[…] In questi anni nervosi, irrequieti, curiosi, si fa strada una figura nervosa, irrequieta, curiosa, e che a modo suo si rivelerà “una grande figura d’autore”, come scrive Giosetta Fioroni. Uno che “sembrava un marsigliese, ma era nato a Giulianova”: si chiamava Plinio De Martiis ed era destinato ad aprire, nel corso di quell’“infernale” decennio rivoluzionario, una galleria – La Tartaruga – che sarebbe diventata palestra di confronto tra menti e mani diverse: un luogo dove coltivare una contraddizione vitale, o la vitalità stessa della contraddizione: arte come avanguardia, analisi, critica della società, ma arte anche come espressione di un assoluto irraggiungibile. Arte come “rigore e commozione”, per usare un’espressione con la quale Alberto Arbasino ebbe a commentare lo “stile” delle mostre di De Martiis.
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dal testo in catalogo di Silvia Pegoraro
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