Una mostra che è un ponte tra la contemporaneità e il passato, nel punto preciso “… in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con il presente” (Walter Benjamin, Passagenwerk) che ci fornisce la chiave per interpretare il mondo che viviamo, grazie ad un’arte, appunto, popolare, che riguarda tutti. In esposizione possiamo ammirare, e riflettere, le opere di Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli, interpreti di primissimo livello della Pop art che si è affermata negli anni ‘60 anche in Italia. È un movimento artistico che si è confrontato criticamente con la nuova realtà della comunicazione di massa nell’era del consumismo, con i primi oggetti usa e getta che diventano immagini pop, così come i simboli usati nel linguaggio pubblicitario. […] Giuliano Di Gaetano, Direttore del Museo delle Genti del Gran Sasso di Tossicia
Icone oltre il Pop. Franco Angeli Tano Festa Mario Schifano
Tra il mito del Pop e l’aura della tradizione
25,00 €
Icone oltre il Pop. Franco Angeli Tano Festa Mario Schifano. Una mostra d’arte contemporanea è come un romanzo: va presa per intero. Non è possibile valutare la pittura contemporanea quadro per quadro: il dipinto non è più il “capolavoro”, ma il punto di passaggio, il tentativo di fissare un quid che sfugge sempre, che potrà forse affiorare in un lavoro successivo. È vero soprattutto nel caso di un’arte come quella di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano, che lavorano sempre per “serie” in cui ricorrono forme, Leitmotiv che danzano da quadro a quadro, in un’inesauribile escalation di stimoli intellettuali e vibrazioni emotive e sensoriali che vanno ben oltre l’immagine stereotipata di un’arte Pop. A chi si soffermi con attenzione sulla loro opera, possono tornare alla mente le parole del filosofo francese del secolo scorso Maurice Merleau-Ponty, secondo il quale la pittura “celebra l’enigma della visione”, ma con essa in qualche modo la visione si supera: l’una concentra nell’altra l’enigma dell’apparire.
Si è portati a pensare alla Pop Art come a un’arte facile e immediata, immediatamente accessibile come le cose e le situazioni che rappresenta. Si direbbe che, dopo la crisi della “bella” pittura figurativa e la nascita delle avanguardie, che questa sia la prima forma d’arte che ritorna a parlare a tutti sotto il segno di una bellezza immediatamente fruibile. In realtà, dietro tutta questa “autoevidenza” si cela, come avviene per ogni fenomeno culturale, una complessa struttura concettuale e linguistica. […] Dal testo critico di Silvia Pegoraro in catalogo.
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