L’arte degli Organi nella Pontificia Basilica di Sant’Antonio a Padova. Alberto Sabatini. Tra le innumerevoli opere d’arte che arricchiscono la Pontificia Basilica del Santo vanno certamente ricordati i molti Organi a canne. Nel corso di otto secoli di storia, hanno accompagnato e scandito la vita liturgico-musicale di questo mirabile complesso devozionale. Questa breve guida ripercorre a volo d’angelo la storia e i vari Organi che si sono avvicendati sotto le grandi cupole del Santuario Antoniano.
La pubblicazione è completata dalla descrizione tecnica dell’attuale strumento: uno tra i più grandi, potenti ed importanti d’Europa; costruito tra il 1895 ed il 1931 dalle prestigiose ditte ‘Carlo Vegezzi Bossi’ e ‘Vincenzo Mascioni’, possiede più di 6000 canne, un centinaio di registri sonori, cinque casse espressive e 2 consolles. La configurazione di quest’Organo è il felice risultato di una discreta sequenza storica di edificazioni, aggiunte e riunificazioni; il fuoco sonoro, costituito da tre distinti corpi fonici, dislocati in altrettante sedi all’interno dell’immenso tempio cupolato, sfrutta la possibilità di un effetto plurifonico il quale – se sapientemente utilizzato – conferisce allo strumento una strabiliante quanto rara spazialità acustica.
L’Organo della Basilica del Santo si distingue anche per voci e registri particolarmente rari in Italia: se da un lato fanno di questo strumento un unicum nel suo genere, dall’altro ne suggellano la monumentalità elevandolo ad autentico capolavoro dell’arte organaria italiana.
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