Tobia Ravà. Tikkun Olam
Riparare, ricucire, riqualificare. Le tre “erre” di Ravà
Tobia Ravà. Tikkun Olam: mostra e catalogo.
Immergiti nell’arte contemporanea di Tobia Ravà con la mostra “Tikkun Olam“, presentata a Conegliano e Mirano. Questo catalogo di 112 pagine in grande formato (24 x 30 cm) documenta le esposizioni, offrendo una panoramica della produzione recente e passata dell’artista.
Riparare, ricucire, riqualificare. Le tre “erre” di Ravà. L’opera di Tobia Ravà si concentra sul tema cruciale della responsabilità degli esseri umani, guidata dalla filosofia del “Tikkun Olam“, un’espressione significativa della cultura ebraica che auspica il miglioramento del mondo attraverso azioni concrete di giustizia, pace, bellezza e confronto.
La mostra e il catalogo presentano una varietà di opere grafiche, sculture realizzate in diversi materiali come bronzo e marmo, dipinti, resine e tempere acriliche su tela. L’esposizione spazia nel tempo e nei materiali, offrendo una visione completa del percorso artistico di Ravà.
Tra i soggetti protagonisti delle opere troviamo architetture, suggestivi boschi, intensi volti, dinamici vortici e l’iconica città di Venezia, rappresentata nelle sue infinite sfaccettature di acque, canali, ponti e portici.
Poster con cornice . Familie Der Cacteen
Una piccola meraviglia a soggetto botanico
Poster con cornice . Familie Der Cacteen. “Fiore di Cactus”, una raffinata selezione di acquerelli da “Familie Der Cacteen: 25 Cacti and Succulent Prints”. Una raccolta di illustrazioni della fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo, di artista sconosciuto. Questo Poster con cornice . Familie Der Cacteen porta sulle pareti di casa tua 9 acquerelli dettagliati. Vengono raffigurati varietà di cactus e piante da fiore tra cui Echeveria, Optunia e Easter Lily. Un portfolio unico di illustrazioni originali, per lo più di cactus, tra cui esemplari del Giardino Botanico di Basilea. Una raccolta floreale rielaborata per la stampa per valorizzarne i particolari e i colori.
Poster con cornice . Les Plantes à Feuillage
Dall'edizione originale del 1865
Poster con cornice . Les Plantes à Feuillage. Illustrazioni vintage di foglie e botanica da Les Plantes à Feuillage Coloré di Edward Joseph Lowe e Charles Victor Naudin. Migliorate digitalmente per donare loro nuova vitalità, splendide tavole a colori della natura dall’edizione originale del 1865 del libro.
Emilio Cannarsi . Il mestiere dell’angelo custode
La Storia e il mito dell'Angelo custode
Emilio Cannarsi . Il mestiere dell’angelo custode. In un racconto d’ispirazione autobiografica rivive il clima dei primi anni quaranta del ’900, attraverso i ricordi di un uomo anziano che all’epoca era bambino. In età avanzata il giovanissimo protagonista di allora recupera alla coscienza «quel tempo», il periodo dello sfollamento vissuto in un mondo chiuso e arcaico, incalzato dai fatti della storia, e riscopre il valore esistenziale del mito dimenticato dell’angelo custode.
Poster Premium . Chat Noir
Assapora il gusto della Belle Époque
Poster Premium . Chat Noir. Tournée du Chat Noir (1896) di Théophile Alexandre Steinlen. Esplora la Belle Époque attraverso la storia del cabaret Le Chat Noir e l’iconico poster di Théophile Alexandre Steinlen. Fondato da Rodolphe Salis, Le Chat Noir è diventato un vivace centro della vita notturna parigina e della creatività artistica. Il poster realizzato nel 1896 da Steinlen per il Black Cat Tour incarna perfettamente lo spirito di quell’epoca ed è diventato un simbolo culturale iconico, fondendo arte e commercio con un impatto visivo sorprendente. Scopri l’importanza di quest’opera in stile Art Nouveau e la sua influenza duratura sulla storia culturale di Parigi.
Poster Premium . Tentazione
William Adolphe Bouguereau, Temptation
Poster Premium . Tentazione. Il titolo di questa allegoria di William Adolphe Bouguereau (1825-1905), suggerisce un’interpretazione biblica della mela lucente che la donna tiene in mano. Si riferisce quindi alla mela della conoscenza e all’innocenza del bambino sulla destra. L’ambientazione esterna suggerisce il paesaggio della nativa La Rochelle di Bouguereau, una città costiera nel nord della Francia. È stato anche descritto come uno sfondo arcadico, basato sulle rappresentazioni idilliache del XVII secolo dei paesaggi pastorali greci.
Franco Angeli . Gouaches
Dagli anni '50 agli anni '80
Franco Angeli . Gouaches. Dagli anni ’50 agli anni ’80. 72 gouaches, tutte assolutamente inedite, realizzate tra il 1957 e i primi anni ’80, parte di un album appartenuto al pittore e rimasto con lui per quasi trent’anni. In un catalogo di Turato Edizioni, riccamente illustrato e introdotto da Silvia Pegoraro. Gouaches in cui abita la poesia inafferrabile dell’imperfezione, la cui virtù – secondo il semiologo Greimas –, consiste nel “dischiudersi, nel lasciarsi intravedere, come una possibilità di senso ulteriore”.
Nader Khaleghpour . Viaggio
Cuore e intelletto in un unico viaggio
Nader Khaleghpour . Viaggio. Un viaggio attraverso i segni della pittura, percorso di scoperte e ritrovamenti, esplorazioni e ritorni nel tessuto splendente di un fervido repertorio espressivo. Tra bitumi e oli e inchiostri, tra colle e pigmenti e cementiti, in ogni sua stagione le immagini si spalmano e si incidono, si graffiano e si distendono sulla carta, sulla tela, sul legno, obbedendo alle ragioni di uno sguardo lirico che s’intinge nei più palpitanti e sepolti nuclei della memoria, alle radici stesse della coscienza e dell’affettività.
Tano Festa . Mi aprirò nel sole
Opere 1960-1987
Tano Festa. Mi aprirò nel sole. Opere 1960-1987. Catalogo della mostra: Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. 30 marzo – 31 maggio 2017, a cura di Silvia Pegoraro.
Un percorso antologico attraverso l’opera del grande pittore romano, tra i principali esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, nato a Roma nel 1938 e ivi scomparso nel 1988.La Galleria Marchetti di Roma ricorda Tano Festa con una mostra il cui titolo è tratto da un verso di una poesia da lui scritta nel 1958. Si tratta di un percorso antologico attraverso l’opera dell’artista, tra i principali esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, nato a Roma nel 1938 e ivi scomparso nel 1988. In esposizione una trentina di opere- dipinti e alcune grandi carte – realizzate tra il 1960 e il 1987, fra cui alcuni interessanti inediti. Dai monocromi del ’60-’61 alle “riletture” di Michelangelo iniziate a metà degli anni ’60 e proseguite sino agli ultimi anni; dai richiami dechirichiani de Le dimensioni del cielo (1965-66) e delle Piazze d’Italia degli anni ’70-’80, alla pura poesia oggettuale della serie dei Coriandoli, degli stessi anni, all’espressionismo lirico dei “ritratti” e dei “paesaggi”.
“Un pittore, Tano Festa – scriveva Tommaso Trini nel 1972 – che agisce in base a un proprio pensiero e non solo in forza delle proprie urgenze espressive. Che traduce in pittura finestre chiuse, armadi ottusi, specchi opachi, per additarci non un mistero al di là di essi, ma semplicemente la sua presenza di pittore al di qua di essi”. Una sorta di realismo metafisico, quello di Tano Festa, in un certo senso molto vicino a quello di De Chirico: il mistero non è nell’oltre, ma nell’hic et nunc del reale, e soprattutto in quella sorta di “infinito intrattenimento” (Blanchot), di labirinto senza uscita che è la pittura. A suo modo ossessionato, come De Chirico, dall’ infinità della pittura, Tano Festa sembra dialogare all’infinito con epoche, stili, figure dell’arte, facendo esplicitamente riferimento a immagini e a elementi iconografici codificati dalla storia dell’arte – pur restando assolutamente originale – come per dirci che “dietro alla pittura c’è soltanto altra pittura” (Tommaso Trini), “perché l’arte è plagio”, come Festa provocatoriamente affermava. Il pittore crea la propria “classicità” attraversando ogni giorno quel labirinto costellato di opere d’arte antica e meno antica, e di opprimente bellezza, che è la sua città, Roma, e celebrando i suoi personali miti dell’arte attraverso un’attenzione selettiva e quasi maniacale.
Festa realizza così una delle più importanti espressioni della Pop Art europea attraverso la sua personalissima forma di figurazione, che si avvale di un’inedita visione ironica del classico, incentrata sulla citazione straniante, ma capace di creare uno spazio di grande freschezza percettiva. Il suo popular nasce infatti dal quotidiano incontro tra le testimonianze del passato e la dimensione del qui-e-ora: quella dove la memoria individuale va a fondersi con quella collettiva-universale, naturalmente invasiva, in una città come Roma. Festa recupera anche le richerche epistemologiche di Nietzsche, Deleuze e Derrida, per affermare la sua idea eretica di artista sregolato e insieme filologo e filosofo, detentore di una forte consapevolezza dell’ineliminabile peso della storia e della memoria in ogni gesto creativo. È proprio in questa ottica che nascono anche le sue riletture delle opere michelangiolesche, dall’Aurora delle tombe medicee alle molteplici figure della Cappella Sistina, o i suoi rimandi a De Chirico: qui il tempo si cristallizza nell’assoluto di un’evidenza che abita la sua forma, e insieme si pone, miticamente, come assoluta metamorfosi, idea di metamorfosi al di fuori del tempo.
Forse è proprio questo a rendere così attuale l’arte di Festa, costruita pre-disponendo affettivamente un intenso mosaico di miti culturali e insieme personali. Forse è proprio per questo che può essere considerata un fondamentale trait d’union tra il magistero dechirichiano e le successive esperienze dell’arte, come la Transavanguardia e l’Anacronismo.
Franco Angeli . Opere 1958-1988
La poetica del frammento
Franco Angeli . Opere 1958-1988. Un percorso antologico, attraverso 74 opere uniche di Angeli (tra cui interessanti inediti), tutte provenienti da collezioni private: dagli esordi informali del 1957-58 al figurativismo geometrico e metafisico degli anni ’80, sino 1988, anno della sua scomparsa. Franco Angeli è una figura chiave di quella nuova generazione di pittori romani venuta impetuosamente alla ribalta all’aurora degli anni ’60: una generazione artistica “di maturazione precoce e con caratteri più organici e compatti delle due precedenti”, come scrive all’epoca il critico Cesare Vivaldi. Vivaldi fa alcuni nomi, soffermandosi in particolare proprio su quelli di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano: tre degli artisti che meglio caratterizzano la cosiddetta “scuola di Piazza del Popolo”, spesso fatta coincidere con la “Pop Art italiana”, o con il suo settore maggioritario.