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Franco Angeli Gouaches anni 50-80Franco Angeli Gouaches anni 50-80

Franco Angeli . Gouaches

Dagli anni '50 agli anni '80

25,00 

Franco Angeli . Gouaches. Dagli anni ’50 agli anni ’80. 72 gouaches, tutte assolutamente inedite, realizzate tra il 1957 e i primi anni ’80, parte di un album appartenuto al pittore e rimasto con lui per quasi trent’anni. In un catalogo di Turato Edizioni, riccamente illustrato e introdotto da Silvia Pegoraro. Gouaches in cui abita la poesia inafferrabile dell’imperfezione, la cui virtù – secondo il semiologo Greimas –, consiste nel “dischiudersi, nel lasciarsi intravedere, come una possibilità di senso ulteriore”.

tano festa mi aprirò nel sole opere 1960-1987 copertinatano festa mi aprirò nel sole opere 1960-1987 le dimensioni del cielo

Tano Festa . Mi aprirò nel sole

Opere 1960-1987

25,00 

Tano Festa. Mi aprirò nel sole. Opere 1960-1987. Catalogo della mostra: Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. 30 marzo – 31 maggio 2017, a cura di Silvia Pegoraro.

Un percorso antologico attraverso l’opera del grande pittore romano, tra i principali esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, nato a Roma nel 1938 e ivi scomparso nel 1988.La Galleria Marchetti di Roma ricorda Tano Festa con una mostra il cui titolo è tratto da un verso di una poesia da lui scritta nel 1958. Si tratta di un percorso antologico attraverso l’opera dell’artista, tra i principali esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, nato a Roma nel 1938 e ivi scomparso nel 1988. In esposizione una trentina di opere- dipinti e alcune grandi carte – realizzate tra il 1960 e il 1987, fra cui alcuni interessanti inediti. Dai monocromi del ’60-’61 alle “riletture” di Michelangelo iniziate a metà degli anni ’60 e proseguite sino agli ultimi anni; dai richiami dechirichiani de Le dimensioni del cielo (1965-66) e delle Piazze d’Italia degli anni ’70-’80, alla pura poesia oggettuale della serie dei Coriandoli, degli stessi anni, all’espressionismo lirico dei “ritratti” e dei “paesaggi”.

“Un pittore, Tano Festa – scriveva Tommaso Trini nel 1972 – che agisce in base a un proprio pensiero e non solo in forza delle proprie urgenze espressive. Che traduce in pittura finestre chiuse, armadi ottusi, specchi opachi, per additarci non un mistero al di là di essi, ma semplicemente la sua presenza di pittore al di qua di essi”. Una sorta di realismo metafisico, quello di Tano Festa, in un certo senso molto vicino a quello di De Chirico: il mistero non è nell’oltre, ma nell’hic et nunc del reale, e soprattutto in quella sorta di “infinito intrattenimento” (Blanchot), di labirinto senza uscita che è la pittura. A suo modo ossessionato, come De Chirico, dall’ infinità della pittura, Tano Festa sembra dialogare all’infinito con epoche, stili, figure dell’arte, facendo esplicitamente riferimento a immagini e a elementi iconografici codificati dalla storia dell’arte – pur restando assolutamente originale – come per dirci che “dietro alla pittura c’è soltanto altra pittura” (Tommaso Trini), “perché l’arte è plagio”, come Festa provocatoriamente affermava. Il pittore crea la propria “classicità” attraversando ogni giorno quel labirinto costellato di opere d’arte antica e meno antica, e di opprimente bellezza, che è la sua città, Roma, e celebrando i suoi personali miti dell’arte attraverso un’attenzione selettiva e quasi maniacale.

Festa realizza così una delle più importanti espressioni della Pop Art europea attraverso la sua personalissima forma di figurazione, che si avvale di un’inedita visione ironica del classico, incentrata sulla citazione straniante, ma capace di creare uno spazio di grande freschezza percettiva. Il suo popular nasce infatti dal quotidiano incontro tra le testimonianze del passato e la dimensione del qui-e-ora: quella dove la memoria individuale va a fondersi con quella collettiva-universale, naturalmente invasiva, in una città come Roma. Festa recupera anche le richerche epistemologiche di Nietzsche, Deleuze e Derrida, per affermare la sua idea eretica di artista sregolato e insieme filologo e filosofo, detentore di una forte consapevolezza dell’ineliminabile peso della storia e della memoria in ogni gesto creativo. È proprio in questa ottica che nascono anche le sue riletture delle opere michelangiolesche, dall’Aurora delle tombe medicee alle molteplici figure della Cappella Sistina, o i suoi rimandi a De Chirico: qui il tempo si cristallizza nell’assoluto di un’evidenza che abita la sua forma, e insieme si pone, miticamente, come assoluta metamorfosi, idea di metamorfosi al di fuori del tempo.

Forse è proprio questo a rendere così attuale l’arte di Festa, costruita pre-disponendo affettivamente un intenso mosaico di miti culturali e insieme personali. Forse è proprio per questo che può essere considerata un fondamentale trait d’union tra il magistero dechirichiano e le successive esperienze dell’arte, come la Transavanguardia e l’Anacronismo.

 

franco angeli opere 1958-1988 mostra Wegil romafranco angeli opere 1958-1988 mostra Wegil roma s.t.

Franco Angeli . Opere 1958-1988

La poetica del frammento

27,00 

Franco Angeli . Opere 1958-1988. Un percorso antologico, attraverso 74 opere uniche di Angeli (tra cui interessanti inediti), tutte provenienti da collezioni private: dagli esordi informali del 1957-58 al figurativismo geometrico e metafisico degli anni ’80, sino 1988, anno della sua scomparsa.  Franco Angeli è una figura chiave di quella nuova generazione di pittori romani venuta impetuosamente alla ribalta all’aurora degli anni ’60: una generazione artistica “di maturazione precoce e con caratteri più organici e compatti delle due precedenti”, come scrive all’epoca il critico Cesare Vivaldi.  Vivaldi fa alcuni nomi, soffermandosi in particolare proprio su quelli di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano: tre degli artisti che meglio caratterizzano la cosiddetta “scuola di Piazza del Popolo”, spesso fatta coincidere con la “Pop Art italiana”, o con il suo settore maggioritario.

Franco angeli full fathom five 2015 galleria marchettiFranco angeli full fathom five 2015 galleria marchetti vegetazione

Franco Angeli . Full Fathom Five

"A cinque tese sott'acqua giace tuo padre...", W. Shakespeare

25,00 

Franco Angeli . Full Fathom Five. “A cinque tese sott’acqua giace tuo padre…”, W. Shakespeare, The Tempest, I, 2. La presenza della poesia nel titolo appare particolarmente adatta a un artista come Angeli. Attratto dalla scrittura e della parola poetica, e amico di poeti, quali Nanni Balestrini, Sandro Penna, o Cesare Vivaldi. I loro testi accompagnavano spesso le opere di Angeli nei cataloghi delle sue mostre. I “fathom five” diventano così cinque livelli tematici su cui orientare la lettura e l’interpretazione del lavoro di Angeli. Nel suo sviluppo dal 1957 (anno di realizzazione di tre bellissime carte inedite, qui presentate) e il 1986-88, epoca in cui si colloca, alla fine della vita dell’artista, l’immagine di un pupazzo disarticolato, tragica variante del manichino dechirichiano, e forse una sorta di autoritratto dell’artista.

***

[…] Ciò che comunque più caratterizza il lavoro di Angeli anche dal punto di vista del rapporto arte-politica, è il suo riformulare un universo figurativo radicato nel presente. Al tempo stesso memoria di un passato storico-mitologico, la sua capacità di andare alla scoperta di un passato aperto alla forza attualizzante della rammemorazione.  […]

Dal saggio in catalogo Full Fathom Five. Cinque livelli tematici nel lavoro di Franco Angeli di Silvia Pegoraro

Fluttuazioni del visibile Artisti fra immagine e figura

Fluttuazioni del visibile. Fra immagine e figura

Rompere il regime mediatico delle immagini senza sensi e senza senso

25,00 

Fluttuazioni del visibile. Fra immagine e figura. Catalogo della mostra: Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. 25 gennaio – 9 marzo 2024, a cura di Silvia Pegoraro.

Franco Angeli
Bruno Ceccobelli
Mario Ceroli
Giacinto Cerone
Tano Festa
Luisa Gardini
Alberto Gianquinto
Giuseppe Maraniello
Achille Perilli
Mario Schifano
Giuseppe Spagnulo
Giulio Turcato

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Notargiacomo-Asdrubali. Dittico

Catalogo della mostra. Galleria d'Arte Marchetti

25,00 

Notargiacomo-Asdrubali. Dittico. Catalogo della mostra: Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. 27 aprile – 24 giugno 2023, a cura di Silvia Pegoraro.

roma 50-60 galleria marchetti pegoraroroma 50-60 galleria marchetti pegoraro attardi

Roma 50-60. Un’avventura fra immagine e materia

Due decadi di semi e di frutti

25,00 

Catalogo della mostra. Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. Dal 9 giugno – 28 luglio 2022, a cura di Silvia Pegoraro. Un percorso attraverso opere realizzate negli anni ’50 e ’60 da 25 artisti attivi a Roma in quei due intensissimi decenni della vita socio-culturale italiana, artisti di diverse generazioni, rappresentativi di diverse tendenze stilistiche e tipologie di lavoro: gli sviluppi della Scuola Romana (Giovanni Omiccioli, Carlo Quaglia, Antonietta Raphaël, Giovanni Stradone, Alberto Ziveri); gli sviluppi dell’astrattismo di Forma 1, e altre esperienze di ricerca sull’astrazione (Carla Accardi, Luigi Boille, Piero Dorazio, Gastone Novelli, Achille Perilli, Mimmo Rotella, Piero Sadun, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato); il realismo, tra espressionismo e impegno sociale (Ugo Attardi, Giovanni Checchi, Mino Maccari, Marcello Muccini, Renzo Vespignani); la versione romana della Pop Art (Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Renato Mambor, Mario Schifano, Cesare Tacchi).

Giulio Turcato Colori mai visti galleria marchetti

Giulio Turcato. Colori mai visti

Il colore come innesco di creatività e conoscenza

25,00 

Catalogo della mostra. Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. Dal 15 aprile al 17 giugno 2021, a cura di Silvia Pegoraro.

***

Il bagaglio leggero di un viaggiatore a caccia di arcobaleni. Un perfetto connubio di dati scientifici, psicologici e poetici caratterizza tutta l’opera di Turcato. La capacità di conciliare valori strutturali-cromatici e valori percettivi-emotivi del colore è al servizio della sua poetica di viaggiatore a caccia di arcobaleni: un’espressione che forse rende il senso di ricerca indefessa, di attenzione infinita, di acutissima tensione emotiva e di dedizione assoluta di un grande artista nei confronti di quell’entità assolutamente evidente, eppure irriducibilmente enigmatica che è il colore. […]

– Silvia Pegoraro, dal testo critico in catalogo

 

franco angeli velo maya galleria marchettifranco angeli velo maya galleria marchetti

Franco Angeli. Il velo di Maya

Il velo come pluralità di piani e relazioni

20,00 

Catalogo della mostra.  Galleria Marchetti, via Margutta 8, Roma. Dal 20 novembre 2018 al 18 gennaio 2019.

stradone metamorfosi opere anni trenta sessantastradone metamorfosi opere anni trenta sessanta pastore

Giovanni Stradone. Metamorfosi

Opere dagli anni Trenta agli anni Sessanta

20,00 

Un’antologica dedicata al grande pittore della tarda Scuola Romana, considerato da critici e storici dell’arte come uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo italiano ed europeo, ma non ancora sufficientemente noto al pubblico, né valorizzato come meriterebbe nel panorama delle esposizioni e del mercato dell’arte. La mostra (a cura di Silvia Pegoraro), è realizzata con la collaborazione dell’Archivio degli Eredi Stradone, e comprende una cinquantina di opere,  tra cui numerosi e importanti lavori inediti. Catalogo in galleria (Edizioni Grafiche Turato) con testi della curatrice, di Maria Vittoria Marchetta, di Cristina Liscaio e di Letizia Stradone, nipote dell’artista, pagine inedite di Giovanni Stradone e un’antologia di testi critici.

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Galleria d’arte La Nica
Viale Mazzini 1 – 00195 Roma

http://www.gallerialanica.it

 

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