Alternanze instabili. Ennio Ludovico Chiggio
Un Maestro dell'Arte Programmata e Ottico-Cinetica
Alternanze instabili. Ennio Ludovico Chiggio, catalogo della mostra alla Galleria 10 A.M.ART di Milano. L’Arte Programmata e Ottico-Cinetica in una mostra dedicata a un esponente di punta di questa tendenza artistica in Italia: Ennio Ludovico Chiggio, protagonista dello storico Gruppo Enne, costituitosi a Padova nel 1959 e scioltosi alla fine del 1964. Un percorso antologico, a partire da fondamentali opere storiche create all’epoca del Gruppo Enne, attraverso opere che riflettono le ricerche individuali successive allo scioglimento del gruppo, sino ai più recenti, affascinanti lavori : dai Pin–Up del ’59 e dalle Tensioni Interne del ‘59-‘60 ai Dispositivi Optical , le Strutture Ottico-Dinamiche o gli Oculari degli anni ’60, dalle Trame Cinetiche e dalle Interferenze Lineari degli anni ’60-‘70 alle Diffrazioni degli anni ’80-’90, alla Grande Piega (2010), al Grande Otto Volante (2011), o alla Truchet Pyramid (2011) . Catalogo a cura di Alberta Ziche, con introduzione critica di Silvia Pegoraro e un testo di Ennio L. Chiggio.
Artisti italiani della Tartaruga
Arte come "rigore e commozione"
Artisti italiani della Tartaruga. Galleria d’Arte Marchetti. Catalogo della mostra. Dal 2 ottobre al 22 novembre 2014. Nel Decennale della scomparsa l’omaggio a un grande personaggio del mondo dell’arte, Plinio De Martiis: talento singolare di fotografo, gallerista, ideatore e organizzatore di eventi culturali. Alla sua attività, ricchissima di straordinarie iniziative e di lungimiranza culturale, si deve il lancio, in Italia e in Europa, di Rauschenberg, Twombly, Appel e Wols. La sua mitica galleria d’arte La Tartaruga, fondata nel ’54 nel cuore di Roma, aperta dal giovane De Martiis insieme alla moglie Ninnì Pirandello in Via del Babuino 196, diventa famosissima già dagli anni ‘50 e ‘60 per aver scoperto nuovi talenti italiani come Angeli, Ceroli, Colla, Festa, Kounellis, Pascali – lanciando per prima, in particolare, la cosiddetta Pop Art italiana – e americani, come Kline, Rauschenberg, e soprattutto Twombly. Era frequentata abitualmente da Duchamp, Ungaretti, a Leo Castelli.
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Alberto Sabatini. Organi e organari nel Veneto tra XVIII e XXI secolo. Uno studio frutto di tre lustri di intense ricerche, svolte direttamente “sul campo” e in sede archivistica, attingendo soprattutto all’ingente corpus documentario storico inedito, custodito presso l’archivio privato dell’autore, donato allo stesso dagli ultimi esponenti di quattro storiche ditte organarie padovane.
Costituisce una capillare e sistematica ricognizione dell’immenso patrimonio organario della Diocesi di Padova. Il lavoro qui presentato, che per comprensibili esigenze editoriali non ha la pretesa di essere esaustivo, vuole rappresentare una sorta di catalogo d’arte della Diocesi di Padova: una circoscrizione vescovile che, sin dal Barocco, è stata la culla dell’arte organaria veneta e terra d’origine di organari di vaglia.
Seneca & Leandro Barsotti, Love+. Seneca+Barsotti e Barsotti+Seneca generano un’esplosione che acceca e assorda e, con sapiente garbo, accompagna. Il viaggio è dentro. Le parole sono sussurrate e risuonano in un’eco grafica e pittorica. La parola scritta scivola nel tratto. Il gesto pittorico declina nel dire. Non si bastano più, fluiscono senza confondersi l’una nell’altra CONTAMINANDOSI, e si rafforzano a vicenda, completandosi.
My New York. Giovanni Umicini. L’ultima opera editoriale di Giovanni Umicini prima della scomparsa. Un diario fotografico in grande formato del maestro della Street Photography. Ritratto in Polaroid della New York del 1985, scelta estrema e difficile. Con un testo introduttivo appassionato di Paolo Coltro in italiano e inglese.
Na God. A. Esiebo e A. Butticci. Na God is an expression in West African Pidgin English that means ‘It’s God!’ When people unexpectedly hear good news, experience a miracle, receive a gift, or when something right or remarkable happens, that is when we might hear Nigerians and Ghanaians say ‘Na God.’ The expression is much more than a mere exclamation; it is part of a way of experiencing the world, acknowledging the presence of supernatural powers, and communicating and mediating experiences of daily living. Na God is part of the aesthetics with which African Pentecostals reiterate their link with God and with their community, and within it contains a piece of the story of Nigerian and Ghanaian Pentecostalism and their way of navigating and responding to colonial inheritances of language and religion. _Annalisa Butticci