Luccicano ancora di giovinezza le belle addormentate di Giovanni Umicini. Risvegliate dallo sguardo di un principe più che ottantenne e dalla lieve carezza di una madrina nei suoi anni migliori. Sono fotografie: intatte come alla nascita, trentatré anni dopo, mai sfiorate dalla luce, mai viste da alcuno, mai disturbate nelle loro due scatole azzurre in fondo al buio di un armadio. Come un buon vino coccolato dall’essenza del rovere, e loro avvolte in un leggerissimo profumo, quasi inavvertibile, di acidi d’antan. Ma con una differenza fondamentale rispetto al vino: non sono invecchiate, perché la fotografia – ogni fotografia – nasce per fermarsi magicamente nel suo atto di nascita, l’attimo è contemporaneamente attuale ed eterno. Quindi il tempo, da quel lontano 1985 ad oggi, scorre fuori dalle foto, attorno ad esse, magari cambia la realtà ma non incide su quell’attimo.
Le fotografie sono nel loro tempo e se lo portano dietro. Queste, poi, sono nate per scelta in un modo speciale, un parto immediato, veloce, quasi d’urgenza: sono Polaroid. […]
Le belle addormentate si risvegliano dopo trent’anni. L’unica e irripetibile New York in Polaroid, testo in catalogo di Paolo Coltro
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