[…] La poesia di Luigi Boille – il suo linguaggio musicale e non referenziale – si dispone tutta, in realtà, entro una percezione integrale del mondo, in una postura del corpo, della mente, della psiche: essa scaturisce dall’essere della persona, della sua persona, entro il suo più determinato spazio vitale e affettivo, nella fisicità dei luoghi e delle occorrenze quotidiane, nel respiro molteplice dell’ambiente e delle persone amate, nel flusso del tempo. Tutto è generato da una sensibilità personale in cui la più intensa adesione al vivente si intreccia con le sfide del pensiero, con le inquietudini, i turbamenti, le astrazioni della mente: disponibilità infantile e ostinazione intellettuale, piccolo scarto del quotidiano e vertiginosa ascesa al sublime… […]
Dal saggio in catalogo Una “scrittura del silenzio”: segno, pensiero e poesia in Luigi Boille, di Silvia Pegoraro
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