[…] Quanto aderiva il carattere di suo padre allo spirito “shintoista” giapponese?
Mio padre non era un uomo che credeva all’appartenenza. Il suo spirito aperto, antropologico, lo portava a cercare di conoscere, di capire, di studiare, non gli interessava issare una bandiera ma umilmente avvicinare una cultura diversa. Non cercava la risposta ideologica e politica alle tragedie del mondo, ma cercava di capire. […]
Da Uno spirito aperto, senza bandiere. Conversazione con Dacia Maraini, testo in catalogo
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