Ferrariæ Decus n. 34 . In ricordo di Renzo Ravaioli

Con supplemento monografico

20,00 

Ferrariæ Decus n. 34 . In ricordo di Renzo Ravaioli. Supplemento monografico. In 2 volumi un ricco compendio di saggi che abbracciano epoche e argomenti diversi accomunati dal fil rouge del protagonismo di Ferrara e del ferrarese.

Un supplemento alle ricerche di Laura Graziani Secchieri risponde alla volontà di offrire a lettori e studiosi in un corpus organico l’esito di ricerche che da anni l’autrice, infaticabile perlustratrice di archivi, conduce. L’intento di Spazi urbani liminali di marginalità nella Ferrara di età tardo medievale e primo moderna, che esplora in particolare gli spazi riservati al meretricio controllato, alle lavorazioni inquinanti e ai cimiteri ebraici, è dichiarato dalla stessa Graziani Secchieri in apertura del suo lavoro: “pur essendo la matrice da cui prendono avvio queste riflessioni, la marginalità e l’emarginazione degli individui non sono il cuore di questa proposta che si incentra sull’analisi urbanistica e costruttiva delle aree liminali della città [di Ferrara]. L’inquadramento giuridico e spaziale iniziale su cui si fonda questo studio prende forma dagli Statuti del 1287, che permettono di definire quali fossero le attività proibite e ritenute più pericolose per l’ordine interno”. […] Dall’editoriale introduttivo di Michele Pastore, Marialucia Menegatti.

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Descrizione

Ferrariæ Decus n. 34 . In ricordo di Renzo Ravaioli

Supplemento | Spazi urbani liminali di marginalità nella Ferrara di età tardo medievale e primo moderna

***

Il numero 34 di “Ferrariæ Decus Studi – Ricerche” costituisce un doppio volume: una miscellanea che raccoglie i contributi di undici autori e un supplemento monografico di Laura Graziani Secchieri.

[…] Storia e microstorie della città e del Ferrarese si intrecciano, a comporre un quadro composito che corre dal Cinquecento ad oggi e che crediamo aggiunga preziosi tasselli tanto alla ricostruzione del nostro passato quanto ad una maggiore consapevolezza del nostro presente. Al lettore vengono offerti, procedendo in ordine alfabetico:

  • il profilo biografico del burattinaio Ettore Forni (1877-1959), paradigmatica figura di artista popolare operoso tra Ferrara e provincia oggetto del saggio di Gian Paolo Borghi;
  • il lungo tour di Arianna Fornasari tra le sculture di artisti contemporanei presenti in città;
  • l’accurata ricerca, certo foriera di ulteriori sviluppi, di Davide Guarnieri sull’abbattersi dell’epidemia della Spagnola nel Ferrarese tra il 1918 e il 1919;
  • la dettagliata ricostruzione di Enrico Fuselli dedicata alla presenza nel xix secolo della Truppa di Finanza pontificia nel Ferrarese;
  • l’affondo di Andrea Marchesi sulle vicende legate alla tomba di Biagio Rossetti, dalla morte dell’architetto nel 1516 ad oggi, supportato da documentazione inedita e da ampio apparato di fonti;
  • il contributo di Michele Pastore su Porta Paola, dalle origini ai recenti restauri e alla nuova funzionalità di sede del Centro di Documentazione dedicato alle Mura cittadine;
  • la conclusione, da parte di Giacomo Savioli, dello studio sul Settecento ferrarese iniziato nel numero 32 e allora incentrato su Andrea Bolzoni, qui dedicato ad “artefici e artigiani” spesso poco conosciuti, ma che bene chiariscono la vivacità del panorama artistico e culturale cittadino nel secolo dei Lumi;
  • il viaggio “à rebour” di Lucio Scardino nelle strade tortuose e affascinanti del collezionismo ferrarese partendo da dipinti e sculture della Fondazione Cavallini Sgarbi di Ro Ferrarese;
  • il saggio di Romeo Pio Cristofori costituisce di fatto un primo tentativo di catalogo dello scultore Filippo Porri (1596 ca – 1681), con la presentazione di due sue opere inedite oggi conservate presso il Museo Soumaya di Città del Messico, datate e firmate, che costituiscono un riferimento cronologico determinante nella ricostruzione della storia dell’artista;
  • Andrea Faoro ha ripercorso, con acribìa e passione, le vicende ferraresi dell’estinto ordine religioso degli Scalzetti, approdati in città nel 1753, e delle sedi loro destinate, oggi scomparse o profondamente alterate rispetto alla loro primigenia funzione grazie anche a una ricca e inedita documentazione d’archivio;
  • il testo di Angela Ghinato, dedicato alla recente donazione che la famiglia Paolo Balbo ha destinato all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, è corredato da diverse immagini che bene documentano la ricchezza del materiale così pervenuto all’Istituto e, al contempo, restituiscono al lettore straordinarie fotografie di una Ferrara oggi in parte scomparsa.
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