Il soggiorno di Charles Dickens in Italia, a partire dal 2 luglio 1844, segna un capitolo significativo nella vita e nella carriera dello scrittore. Con la moglie, i figli, la servitù e persino il cane al seguito, Dickens si trasferisce nel Bel Paese con l’intento di allontanarsi dalla frenesia londinese e trovare nuove ispirazioni.
Dickens sperava che l’Italia potesse offrire nuove prospettive e stimoli per la sua vena creativa, allontanandosi dalla pressione costante della scrittura a Londra. Questo viaggio gli avrebbe permesso di contemplare una civiltà diversa, godendo del “dolce far niente” e osservando con occhio attento panorami, persone, tipi e costumi locali.
Se paragonato al suo viaggio negli Stati Uniti, il soggiorno italiano si rivelò altrettanto, se non più, significativo. Nonostante Londra rimanga il fulcro della sua ispirazione – una metropoli vasta, moderna e decrepita, ricca e povera, descritta come un’enorme lanterna magica – il viaggio in Italia contribuì a rendere la rappresentazione del mondo nella narrativa di Dickens meno insulare.
A partire dal soggiorno in Italia, Dickens iniziò a incorporare nella sua opera una visione più ampia che abbracciava l’Europa, attraversava il Mediterraneo e raggiungeva le sponde dell’India e della Cina. L’Italia fu il catalizzatore di questo processo, un Paese amato e seguito anche da Londra durante le vicende del Risorgimento.
Il frutto letterario del suo viaggio in Italia fu il volume *Pictures from Italy*, pubblicato nel 1846. Questo libro rappresenta un resoconto delle sue impressioni e delle sue esperienze italiane, offrendo una testimonianza del suo sguardo attento e della sua capacità di cogliere l’essenza di una cultura diversa dalla sua.
Il viaggio in Italia non solo arricchì la vita personale di Dickens, ma influenzò profondamente anche la sua opera letteraria, ampliando i confini della sua narrativa e introducendo una rappresentazione più cosmopolita del mondo.
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