Tobia Ravà | Da’at. I numeri della creazione
Turato Edizioni
Questa mostra fa esplicito riferimento all’albero sefirotico, composto dalla sfere che si possono visualizzare come degli ascensori che portano all’elevazione dell’essere umano. L’albero sefirotico è una delle immagini più complesse ed affascinanti della kabbalah, che significa, tradizione, “ciò che abbiamo ricevuto”. Il titolo della mostra prende il nome dalla Sephirah Da’at, conoscenza, che nasce dall’unione di Chokmah (sapienza) e Binah (intelligenza), sopra le quali sta Keter, corona, l’emanazione superiore. Insieme formano le emanazioni intellettuali più elevate, che danno agli esseri umani la possibilità di essere “appena al di sotto degli angeli”. Di solito si dice che l’albero sia composto di 10 sfere non considerando da’at, che è l’undicesima, forse perché non e’ posta sull’Albero della vita, ma rimane nascosta, invisibile, situata dietro le quinte, ma – come sostiene Roy Doliner – ogni cabalista è sempre consapevole della sua esistenza, poiché essa è “l’impulso di accumulare e conservare il sapere per noi stessi, il nostro futuro e quello dei nostri figli e di tutta l’umanità”. Da’at è la soglia per accedere alle sfere più alte, una sintesi tra intuizione, curiosità e anelito ad “andare verso”, dunque “un andare oltre con l’istinto”, una tensione alla conoscenza, in una parola: l’illuminazione. In Da’at c’e’ il segreto sia della generazione sia della rigenerazione, la chiave della manifestazione di tutte le cose tramite la differenziazione nelle coppie di opposti e la loro unione. […]
Dal testo in catalogo I numeri della creazione di Maria Luisa Trevisan, curatrice della mostra
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