[…] Sempre di più, con la maturità, la pittura di Boille si è orientata verso il far emergere dalla sua tela, come altri di recente ha già ben detto, segni invocanti la luce di un altro spazio e di un altro tempo. E già nel 1997 Pierre Restany scorgeva nei suoi quadri “fiocchi di luce come ricami di stelle”. Anche a me, se posso osare di accostare alle parole di esperti e critici illustri le parole mie, di persona che semplicemente ama la pittura e molto quella donataci da Luigi, anche a me pare che Boille abbia saputo estrarre dall’immenso buio del cosmo una luce più remota di quella che pure amiamo nelle nostre giornate su questa Terra. Il poeta che Boille amava (e ha citato una volta per spiegare la sua esperienza artistica), René Char, ha scritto in una sua poesia: “la Beauté (…) allume tout / ce qui doit être allumé de notre grève de ténèbres”.
Dal fondo delle sue tele, di questa Bellezza Luigi Boille fa emergere queste illuminazioni primordiali e con tocco leggero ci dà la serenità di contemplar-ne i segni..
Tullio De Mauro, Per Luigi Boille, ancora, Dal catalogo della mostra ‘Il segno infinito, opere 1950-2015’ alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato, Pordenone 2016
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Luigi Boille è nato a Pordenone nel 1926. Terminati gli studi romani (diploma di Belle Arti e laurea in Architettura), nel 1950 si stabilisce a Parigi. Dopo le prime mostre, nella storica galleria Facchetti nel 1954 e la prima personale alla galleria Lucien Durand nel 1955, entra in contatto con Pierre Restany, che lo avvicina al gruppo della Jeune École de Paris, con la quale espone in numerose collettive tra cui Nuove tendenze dell’Arte italiana, alla Rome/New York Art Foundation di Roma (1958). Conosce il celebre critico Michel Tapié che lo inserisce attivamente nel vivace clima culturale della capitale francese, nell’équipe della galle-ria Stadler, nelle grandi mostre in Europa e in Giappone con il gruppo Gutai. In Italia nel 1957 espone nelle gallerie di Carlo Cardazzo a Roma e Milano. Nel 1964, su invito del curatore Lawrence Alloway, Boille rappresenta l’Italia al Guggenheim International Award di New York, insieme a Capo-grossi, Castellani e Fontana.
Nel 1965, tornato a Roma, partecipa alla Quadriennale e nel 1966 espone cinque grandi opere alla XXXIII Biennale di Venezia, dove ritornerà nel 2011.
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