Gli Organi musicali nell’antica chiesa di San Francesco dell’Osservanza a Padova. Alberto Sabatini
Risale al 1822 circa la collocazione di un nuovo strumento, uscito dalle prodigiose botteghe veneziane dei fratelli Antonio e Agostino Callido, figli del più noto Gaetano (già allievo del Nachini). Tale Organo sopravvisse sino al 1924 quando, nell’intento di restituire l’edificio sacro al suo aspetto architettonico originario, i radicali interventi imposero la demolizione della cantoria che si trovava a ridosso della controfacciata: lo strumento musicale venne così destinato ad un immeritato ed inglorioso smantellamento concepito all’insegna di un malinteso purismo architettonico e di una sedicente riforma “liturgica” degli Organi e della musica sacra. Al termine dei lavori strutturali si pensò di dotare la chiesa – che nel frattempo era stata riconsegnata all’Ordine francescano – di un nuovo Organo obbediente ai postulati ceciliani: l’opera venne commissionata alla ditta «Annibale Pugina» di Padova, epigona di quell’antico ceppo artigiano che vide, nella prima metà dell’Ottocento, il più rigoglioso e fecondo virgulto nella persona dell’enfiteuta Giuseppe Cipriani di Stanghella. La necessità di riportare il prezioso manufatto alla migliore funzionalità ha imposto un radicale intervento di restauro, compiuto nel 2016 dalla ditta «Patella».
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